donare il sangue

Midollo Osseo

Il midollo osseo è la fabbrica del sangue: si trova nelle ossa lunghe e nelle ossa piatte, non nella colonna vertebrale! Quello è il midollo spinale, tutta un'altra storia. E' un tessuto liquido composto principalmente da cellule staminali emopoietiche, che producono globuli rossi, globuli bianchi e piastrine.

A cosa serve?

donare il midollo osseo

Spesso il trapianto di midollo osseo è il solo modo per curare malattie molto gravi, ad esempio leucemie, thalassemie, linfomi. Trovare un donatore compatibile è difficile: le probabilità sono solamente una su centomila. Ogni anno in Italia circa 600 persone in attesa di trapianto non trovano un donatore: per questo aumentarne il numero è molto importante.

lo sapevi che...

Lo Sapevi?

donare organi e tessuti

Le probabilità di trovare un donatore di midollo osseo compatibile sono mediamente una su centomila: più o meno come quelle di trovare un proprio sosia al Camp Nou di Barcellona!

Come si dona?

donare organi e tessuti

Per diventare un potenziale donatore di midollo osseo basta fare la tipizzazione, un semplice esame del sangue. I biologi analizzano la compatibilità ed inviano i dati ad un grande database mondiale. Solo se c'è un paziente compatibile in attesa si procede al trapianto. Il midollo osseo viene prelevato dal bacino in anestesia, oppure dal sangue periferico dopo l'assunzione di un farmaco.

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Anche per donare il midollo osseo basta essere in buona salute, pesare più di 50 kg ed avere uno stile di vita sano.

La donazione non compromette la salute: il midollo osseo donato si riforma completamente nel giro di poche settimane!

Domande e Risposte

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cos'è il midollo osseo utilizzato per il trapianto?

Il midollo osseo non è il midollo spinale. Il midollo osseo utilizzato per il trapianto (detto in termine tecnico "midollo emopoietico") si presenta alla vista come sangue e viene prelevato solitamente dalle ossa del bacino (creste iliache). Il midollo osseo ha il compito di formare nuove cellule sanguigne (globuli rossi, globuli bianchi, piastrine) in sostituzione di quelle che muoiono naturalmente e terminano la loro funzione (emopoiesi). Un globulo rosso ha una vita media di 120 giorni.

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L'emopoiesi si realizza a partire da un unico tipo di cellula (cellula staminale emopoietica, CSE) all'interno del midollo osseo, che è presente in vari segmenti scheletrici: coste, sterno, ossa del bacino, scapole, cranio ed estremità prossimali dell'omero e del femore. Nelle malattie del sangue, come in alcune forme di leucemia, il midollo osseo perde questa funzione emopoietica.

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cosa sono le cellule staminali emopoietiche del midollo osseo?

La cellula staminale emopoietica, componente base del midollo osseo, è una cellula non ancora differenziata, pluripotente, capostipite di tutti gli elementi fondamentali del sangue: globuli rossi, globuli bianchi e piastrine.

Si tratta di un tipo di cellula in grado di proliferare mantenendo intatta la potenzialità di replicarsi. In altri termini è capace di riprodurre se stessa e, contemporaneamente, produrre cellule figlie che, attraverso successivi processi di differenziazione e maturazione, daranno origine agli elementi maturi.

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Proprio per questa caratteristica le CSE esplicano e mantengono la loro funzione per tutta la vita. Se pensiamo che il fabbisogno giornaliero di "cellule figlie" è di 10¹¹ - 10¹² cellule (100.000.000.000-1.000.000.000.000) è facile comprendere il potenziale proliferativo delle CSE.

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Perché sono così importanti le cellule staminali del midollo osseo?

Perché producono tutte le cellule del sangue e molte altre cellule accessorie o di sostegno.

Perché ripristinano la produzione del sangue in caso di insufficienza midollare (aplasia).

Perché sostituiscono il midollo in caso di leucemia, linfoma, mieloma, talassemie.

Perché possono produrre enzimi carenti in caso di malattie genetiche.

Perché consentono l'impiego di dosi elevate di chemio-radioterapia nella terapia dei tumori.

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Le cellule staminali del midollo osseo rivestono inoltre un ruolo chiave non solo nell'emopoiesi, ma anche nella rigenerazione di altri organi e tessuti, rendendo possibile un'alternativa all'utilizzo delle cellule staminali embrionali nella ricerca di una terapia per tutte quelle malattie che danneggiano organi e tessuti, come il diabete e la fibrosi cistica

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a COSA SERVE IL TRAPIANTO DI CELLULE STAMINALI EMOPOIETICHE DEL MIDOLLO OSSEO?

Per trapianto di cellule staminali emopoietiche (CSE) si intende una procedura complessa impiegata prevalentemente, ma non solo, per curare leucemie e linfomi. Le cellule staminali si possono ottenere non soltanto dal midollo, ma anche dal sangue periferico dopo opportuna preparazione, oppure dal sangue di cordone ombelicale.

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Le indicazioni al trapianto di CSE comprendono le leucemie acute, le leucemie croniche, le forme di insufficienza midollare, le talassemie, i linfomi di Hodgkin, i linfomi non Hodgkin, il mieloma, altre malattie mieloproliferative croniche, alcuni tumori solidi (in particolare il tumore della mammella), numerose malattie genetiche e, di recente indicazione, anche alcune malattie autoimmuni.

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In cosa consiste l'operazione del trapianto per chi lo riceve?

Per il paziente che riceve il trapianto la procedura si svolge in due fasi distinte:

- trattamento chemioterapico e/o radioterapico, con lo scopo di distruggere tutte le cellule midollari del paziente stesso (in primo luogo, ovviamente, anche quelle malate);

- somministrazione, mediante trasfusione, del midollo osseo prelevato dal donatore.

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Le cellule staminali emopoietiche (CSE) presenti nel midollo osseo donato riescono a trovare da sole la strada per raggiungere la collocazione che compete loro per "iniziare a lavorare".

E' di recentissima applicazione un nuovo protocollo trapiantologico in cui le CSE del donatore (spesso da sangue cordonale, quindi di quantità ridotta) vengono immesse direttamente nella loro sede naturale, cioè iniettate all'interno dell'osso.

In un periodo variabile tra una e due settimane dopo il trapianto, si incominciano a vedere i primi risultati, con la comparsa, nella circolazione sanguigna, di alcuni globuli bianchi con le caratteristiche nuove del donatore, e successivamente anche delle altre cellule del sangue (globuli rossi e piastrine).

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A cosa è sottoposto il donatore che risulta compatibile con un paziente in attesa di trapianto?

Il donatore che presenti una prima evidenza di compatibilità viene richiamato per ulteriori analisi, al fine di accertare la stessa e di valutare le sue condizioni di salute. Ovviamente la tutela della salute del donatore è la principale priorità. Qualora tutto andasse bene, si procede al prelievo ed alla donazione effettiva.

Il prelievo delle cellule staminali emopoietiche può avvenire secondo due diverse modalità: da cresta iliaca o da sangue periferico.

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La scelta dipende dalle indicazioni del trapiantologo, dalle necessità del paziente e dalla disponibilità del donatore alla tipologia richiesta.

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Come funziona il prelievo di midollo osseo da cresta iliaca?

La prima modalità di donazione consiste nel prelievo di midollo osseo (CSE midollari) dalle creste iliache posteriori. Il prelievo avviene nel più vicino centro autorizzato, in anestesia generale o epidurale, con un intervento della durata media di circa 45 minuti. La procedura prevede dei rischi minimi legati all'anestesia e alla modalità di raccolta.

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Il sangue midollare, ricco di CSE, viene prelevato mediante una puntura alle ossa del bacino (non alla spina dorsale!). La quantità di sangue midollare che viene prelevata varia in genere tra 0,7 e 1 litro, in funzione del peso del donatore e della quota ideale richiesta per il ricevente. Dopo il prelievo il donatore è tenuto sotto controllo per 12-24 ore prima di essere dimesso e si consiglia comunque un periodo di riposo precauzionale di 4-5 giorni. Il midollo osseo prelevato si ricostituisce spontaneamente in 7-10 giorni. Il donatore generalmente avverte solo un lieve dolore nella zona del prelievo, destinato a sparire in pochi giorni. Verrà comunque ricontattato sino ad un anno dalla donazione per verificare il suo stato di salute.

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Come funziona il prelievo di CSE da sangue periferico?

La seconda modalità, ora più diffusa, è la donazione di CSE con prelievo da sangue periferico dopo stimolazione con fattori di crescita ematopoietici.

La donazione in questo caso prevede la somministrazione tramite iniezioni sottocutanee di un farmaco nei 3-4 giorni precedenti il prelievo. Il farmaco è un "fattore di crescita" che ha la proprietà di rendere più rapida la proliferazione delle cellule staminali e di facilitarne il passaggio dalle ossa al sangue periferico.

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Il prelievo di CSE avviene in aferesi, impiegando separatori cellulari: il sangue, prelevato da un braccio, attraverso un circuito sterile entra in una centrifuga dove la componente cellulare utile al trapianto viene isolata e raccolta in una sacca, mentre il resto viene reinfuso dal braccio opposto. La procedura ha una durata di circa tre ore.

I disturbi che più comunemente si possono avvertire sono: febbricola, cefalea, dolori ossei causati dalla stimolazione dell'attività del midollo osseo, senso di affaticamento. Essendo legati alla somministrazione del farmaco, essi scompaiono rapidamente alla sospensione del trattamento.

Il donatore sottoposto a tale donazione viene seguito e sottoposto a esami di controllo nei 30 giorni successivi alla donazione stessa, per evitare qualunque possibile, e al momento ignota, conseguenza. Inoltre verrà ricontattato sino a 10 anni dalla donazione per raccogliere eventuali segnalazioni.

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Quanti trapianti di midollo osseo sono stati eseguiti fino ad oggi?

Nel 1973 sono stati eseguiti in Europa 16 trapianti di CSE (tutti da midollo osseo), nel 1983 sono stati 1.353, nel 1993 7.737 e nel 1999 17.800, dei quali 5.733 allogenici e 12.067 autologhi. Questo dato indica lo straordinario successo del trapianto di CSE e le grandi potenzialità di questa procedura.

Il trapianto viene offerto oggi a un numero sempre crescente di pazienti.

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In tutto il mondo, nel solo anno 2006 sono stati effettuati 10.492 trapianti da non consanguineo.

Nel 2011, solo cinque anni dopo, sono stati 16.876

Oggi in tutto il mondo oltre 300.000 persone vivono grazie ad un trapianto di midollo osseo.

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Chi può diventare donatore di midollo osseo?

Per diventare donatori di midollo osseo è necessario avere un'età compresa tra 18 e 35 anni, e pesare almeno 50 kg. Ovviamente bisogna che l'aspirante donatore sia globalmente in buona salute e che non sia affetto da malattie del sangue, da malattie croniche gravi o da altre gravi forme infettive (AIDS, epatite, ecc.). Comunque questi esami vengono fatti sia alla tipizzazione che prima dell'eventuale trapianto.

Il donatore di CSE, proprio perché dona da vivo, è uno dei pochi donatori che, una volta chiamato a rispondere della propria disponibilità, ha la consapevolezza di poter contribuire al tentativo di salvare la vita di un individuo ben preciso.

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Come si fa a diventare donatori di midollo osseo?

L'aspirante donatore viene sottoposto ad una serie di analisi (tipizzazione HLA), che possono essere fatte dal sangue o dalla saliva.

I risultati delle analisi verranno poi inseriti in un archivio elettronico gestito a livello nazionale, connesso con altri registri nazionali in una grande banca dati mondiale. In seguito al riscontro di una prima compatibilità con un paziente, il donatore sarà chiamato a ulteriori analisi, per definire ancora meglio il livello di compatibilità.

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A questo punto entra anche in gioco la "serietà" del donatore: l'adesione iniziale firmata in corrispondenza del primo prelievo ha solo valore morale e fino all'ultimo il potenziale donatore può ritirarsi (con quali conseguenze per le speranze e per la vita del paziente e dei suoi familiari è facile immaginare).

Tutto ciò rende chiaro che il donatore di midollo osseo è un donatore atipico, che offre la propria disponibilità, nel caso raro di compatibilità con un paziente, a sottoporsi, nel più vicino centro autorizzato, al prelievo, che seppur fastidioso non comporta alcuna conseguenza per la salute. La sua disponibilità, gratuita e anonima, non ha limiti geografici; viene, infatti, a far parte dell'insieme dei donatori di tutto il mondo.

Si deve anche sottolineare che, il più delle volte, il donatore selezionato è l'unico al mondo a essere compatibile con quel malato. Spesso la sola possibilità di salvezza.

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